Massimo La Spina oggi è un quarantenne in cerca del suo tempo e del suo spazio: un “altrove” e un “quando” che sembrano disegnati sulla spiaggia in una giornata di scirocco.
Nel 1966 era neonato a Taormina, poi bambino e ragazzino tra Giardini Naxos e altri luoghi della Sicilia orientale in cui il mestiere di suo padre trasportava la famiglia. Fino a ché non partì per sua scelta, approdando a Firenze, con l’idea di studiare architettura.
Ex studente, ex bagnino, ex cameriere, ex allestitore di stands, ex venditore porta a porta, nel 2005 si mette a fare l’operaio (interinale, naturalmente, giacché siamo nel tempo precario delle vite elastiche); così sul suo blog alle poesie si aggiunge Polvere plastica, piccolo diario di fabbrica.
Teréz Marosi
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